Jof Fuart (via normale)



⛰️ Jof Fuart (2666m)

⏱️ Tempi (pause incluse): 3h 15min salita, 4h discesa

🗓 04/08/2025

📈 Dislivello: 1700m

🥾 Lunghezza: 18km

🚩 Segnaletica: CAI 625, 627, 628

🗺 Tabacco: 19,27


Si lascia l'auto nella rientranza subito dopo il quarto ponte sulla strada che collega Sella Nevea al lago del Predil; il sentiero CAI 628 parte sulla sinistra poco prima del ponte, il segnale è a ridosso della strada e ben visibile. Si cammina per 20 minuti nel bosco seguendo il sentiero, fino ad incrociare la forestale che porta a Malga Grantagar; dopo qualche tornante, si può scegliere se restare sulla strada o riprendere il sentiero, che continua a sinistra della forestale in prossimità di un segnale e le corre parallelo. Poco prima della malga, si nota una casetta sulla destra, subito dopo la quale vi è un segnale che indica l'inizio del Sentiero dei Tedeschi (CAI 628a), il modo più veloce per raggiungere il rifugio Corsi. Una volta preso il sentiero, all'inizio si scende qualche metro, si supera un guado e si inizia a salire in mezzo ai mughi, per poi trovare i primi cavi metallici dell'itinerario. I passaggi qui comunque sono molto semplici. Si supera il rifugio (1h 30min, 920m fin'ora) restando sullo stesso sentiero, che in breve diventa CAI 625, e si arriva a tre bivi molto ravvicinati, ai quali si tiene rispettivamente la destra (foto -), la sinistra (CAI 627, foto -) e quindi di nuovo la sinistra, immettendosi finalmente sulla via normale dello Jof Fuart.

La prima parte è su fondo roccioso e molto semplice, l'unico punto tecnico è la paretina di roccia da superare sulla sinistra in foto -, all'incirca I+. Si continua a salire seguendo i bolli fino ad una netta svolta a sinistra nei pressi di anfratto di roccia (1270m fin'ora, foto -), in cui cola dall'alto un piccolo rivolo d'acqua, ottimo se si ha un filtro. Questo punto sancisce l'inizio del secondo tratto attrezzato dell'itinerario: esso non è mai tecnicamente tanto difficile, i passaggi non superano mai il II grado e probabilmente la maggior parte dei cavi idealmente non servirebbe, ma il problema principale che ne motiva la presenza sono i numerosi scoli d'acqua sulla roccia. Finiti i cavi, si arriva all'incrocio col sentiero Goitan, al quale si tiene la sinistra in direzione Forcella Mosè (foto 15); si inizia quindi a salire in uno splendido ambiente roccioso con qualche semplice passaggio, fino ad un altro bivio che indica la forcella, ma sta volta la si ignora e si tiene la destra. La parte tecnica del percorso è praticamente finita; nell'ultima parte di salita si puntano le due cime (vicinissime tra loro) seguendo i numerosi ometti e bolli presenti sul sentiero, superando giusto un passaggio su roccia poco prima dell'arrivo della gola nord-est e uno a qualche metro dalla cima con la croce e la madonnina (la cima più alta è quella sulla destra, senza croce).

Per la discesa si segue a ritroso il percorso dell'andata, con solo una nota: la via è segnata in maniera impeccabile per la salita, ma in discesa, specialmente nel tratto tra il bivio più alto per la Forcella Mosè e i cavi, la stessa segnaletica non è così evidente.